Eva Trentin emerge come figura cardine nell’ambito dell’arte contemporanea, dove il dialogo tra natura e creazione artistica si manifesta attraverso pratiche sostenibili e un approccio profondamente radicato nella filosofia dello slow living. La sua opera si distingue per l’uso innovativo della stampa naturale o botanica, una tecnica che non solo rappresenta un ponte tra l’arte e il design ma incarna anche un ritorno alle origini, alla riscoperta di materiali e processi che rispettano l’ambiente circostante.
Il lavoro di Trentin si colloca in un contesto più ampio di rinnovato interesse per l’artigianato, l’arte e il design sostenibile, dove l’unicità e la qualità dei pezzi handmade vanno a contrapporsi alla serialità e alla spersonalizzazione della produzione di massa. La sua ricerca artistica, incentrata sull’uso di materiali naturali e di recupero, riflette un profondo impegno etico verso la sostenibilità e la conservazione delle risorse.
Attraverso il recupero di foglie cadute, fiori appassiti e bucce di cipolla, Trentin non solo dà nuova vita a ciò che è destinato al declino ma trasforma questi elementi in testimoni di un’estetica che celebra la transitorietà e la bellezza intrinseca del mondo naturale. La sua scelta di materiali, come carta da sfridi di cartiera e tessuti di origine animale e vegetale, evidenzia una consapevolezza critica nei confronti dei consumi e un’attenzione alla tracciabilità e alla provenienza sostenibile.
Il processo creativo di Trentin, che prevede l’essiccazione, il congelamento e la sminuzzatura dei materiali naturali per poi essere impressi su carta o tessuto, si configura come una metafora dell’interazione tra umano e natura. La stampa botanica, da lei descritta come una “sindone” che rilascia l’essenza naturale dei materiali vegetali, e la tecnica della cianotipia, che sfrutta i raggi UV del sole, rappresentano esempi eloquenti di come l’arte possa diventare veicolo di una profonda connessione con l’ambiente.
La formazione artistica e creativa di Trentin, radicata in un ambiente familiare stimolante e completata da studi in arredamento, architettura e design d’interni, ha contribuito a forgiare una visione olistica che si riflette nelle sue opere. Questa visione trova espressione concreta nel biophilic design, che integra elementi naturali negli spazi abitativi per rispondere alle esigenze innate dell’essere umano di connessione con la vita e con le dinamiche biologiche.
Le creazioni di Trentin, dai quadri ai complementi d’arredo, dai capi d’abbigliamento agli accessori e agli oggetti di cartoleria, si pongono come narrazioni visive di luoghi, momenti, storie e emozioni. La serie “Giardini Contemporanei”, in particolare, con le sue opere costituite da numerosi tasselli che creano effetti di movimento e colore, evidenzia la capacità dell’artista di fondere tecniche diverse in un sincretismo che arricchisce la percezione estetica dello spettatore.
Il lavoro di Eva Trentin rappresenta, dunque, un contributo significativo al dibattito contemporaneo sull’arte e il design sostenibile, offrendo una riflessione sul potere dell’arte di generare bellezza e conoscenza attraverso la riscoperta e la valorizzazione dei materiali naturali. La sua opera, profondamente radicata in valori di sostenibilità, ricerca e sperimentazione, si configura come un invito a riconsiderare il nostro rapporto con la natura e con l’arte, promuovendo un modello di produzione e consumo più consapevole e rispettoso dell’ambiente.
Michela Barausse